Team building: gli errori e le esperienze che minano l’unità del gruppo

La mancanza di uno scopo chiaro rende il team building poco credibile

Capita che le aziende, specialmente quelle con molti dipendenti, decidano di organizzare team building senza nemmeno chiedersi il perché e scelgano certe attività, come il bowling o il paintball, semplicemente perché altre aziende lo fanno. Nessun obiettivo chiaro, zero considerazione delle reali necessità del team.

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I dipendenti percepiscono subito quando un’attività è vuota di senso. Se manca di obiettivi concreti, l’attività verrà percepita come un semplice compito da portare a termine e non come un investimento reale nello sviluppo del team.

Definisci gli obiettivi prima di scegliere le attività

Ogni iniziativa di team building ha bisogno di uno scopo preciso. Vuoi migliorare la comunicazione tra reparti? Creare fiducia tra i nuovi assunti? Sviluppare capacità di problem solving? Obiettivi diversi richiedono approcci diversi.

Se il tuo team ha difficoltà nella collaborazione tra reparti, un’attività competitiva che li contrappone peggiorerà la situazione. La scelta dell’attività deve essere coerente con ciò che vuoi ottenere.

Chiedi il parere dei tuoi dipendenti

Il modo più rapido per garantire il successo del team building? Chiedere direttamente ai membri del team cosa preferiscono. Può sembrare ovvio, ma molte aziende saltano questo passaggio.

I sondaggi anonimi funzionano benissimo: permettono ai membri di dire cosa trovano utile e cosa invece eviterebbero volentieri. Alcuni amano le sfide fisiche, altri preferiscono esercizi creativi di problem solving. Se vuoi saperne di più, chiedi ai diretti interessati!

Attività che dividono invece di unire

Non tutte le attività di team building consolidano il team. Alcune allontanano le persone invece di unirle. Capita spesso, ad esempio attività troppo competitive che creano una chiara demarcazione fra vincitori e vinti all’interno dello stesso gruppo.

Un po’ di competizione amichevole può dare energia, ma esagerare genera risentimento. Diversi studi dimostrano che quando il focus è sulla competizione invece che sulla collaborazione, i partecipanti tornano al lavoro pronti a mettersi sulla difensiva, invece che a connettersi con i colleghi.

Meglio dunque scegliere attività che richiedano vera collaborazione, dove tutti vincono o perdono insieme: progetti di volontariato, sfide collaborative o esercizi complessi di problem solving che richiedono competenze diverse funzionano molto meglio.

Attività fisiche che escludono invece di includere

Percorsi a ostacoli, arrampicate, escursioni lunghe: sulla carta sembrano avventure splendide, ma nella pratica escludono molti membri del team. Non tutti hanno le stesse capacità fisiche. Alcuni potrebbero avere problemi di salute che non conosci, altri semplicemente non si sentono a proprio agio a svolgere attività estreme.

Forzare la partecipazione a esercizi fisicamente impegnativi può mettere le persone in difficoltà, proprio per questo, è fondamentale offrire alternative sicure per tutti i partecipanti.

Esercizi superati e poco efficaci

Alcune attività sono diventate un vero e proprio cliché: i famigerati “trust fall” e le presentazioni di gruppo non migliorano davvero il livello di fiducia e spesso mettono a disagio i partecipanti. Il team building deve stimolare intellettualmente e rispettare la dignità dei membri del gruppo.

Occhio alle tempistiche!

Programmare attività quando il team è travolto dalle scadenze produce solo frustrazione. Fine trimestre, lancio di un progetto importante, audit aziendale: momenti del genere non sono adatti. Far perdere mezza giornata ai dipendenti in questi periodi può essere controproducente.

Cosa fare se qualcuno non ama il team building?

Nonostante un’attenta pianificazione, alcuni membri del team non diventeranno mai appassionati delle attività di team building. Questo spesso segnala problemi più profondi da affrontare piuttosto che da ignorare.

Comprendere le cause

Chi vive male queste attività non lo fa a caso. Spesso ha avuto esperienze negative: esercizi inutili, momenti imbarazzanti o un senso di esclusione. Scoprirlo ci può fornire preziose informazioni sui meccanismi che non funzionano.

Alcuni temono il giudizio o vogliono evitare di trovarsi in situazioni scomode. Stabilire regole chiare e garantire attività alternative aiuterà a ridurre la naturale diffidenza di alcuni. Dopo tutto, non tutti amano le stesse attività!

Cerca sempre, laddove possibile, di offrire opzioni diverse, spaziando dal volontariato agli esercizi creativi. In questo modo, dimostrerai rispetto e inclusione, rinforzando il coinvolgimento dei tuoi dipendenti.

Valorizzare i risultati anche dopo l’evento

L’evento di team building in sé è importante, ma non quanto ciò che accade dopo, quando si torna in ufficio. Troppo spesso le attività finiscono e nulla cambia in ufficio. Importantissimo lavorare sulla squadra anche dopo, trasportando nella quotidianità ciò che si è appreso durante gli esercizi di team building.

Non basta evitare gli errori durante il team building: costruisci un team efficace e unito!

Organizzare un’attività di team building non vuol dire mettere i tuoi dipendenti in situazioni imbarazzanti o costringerli a impegnarsi in attività “pro forma”. Si tratta invece di creare connessioni autentiche, sviluppare competenze condivise e rafforzare le relazioni sul lavoro.

Vuoi un team building efficace per la tua azienda? Contattaci!

Fare le cose per bene significa: obiettivi chiari, attività inclusive, tempi giusti, gestione della resistenza con attenzione e follow-up sugli insight raccolti. Fatto bene, il team building migliora collaborazione, comunicazione e fiducia, creando un ambiente in cui i membri vogliono realmente lavorare insieme.

Gli errori evidenziati sono facili da evitare, se organizzerai i tuoi team building con la dovuta attenzione. Ricorda: il tuo team merita il meglio!