Avete mai pensato di avviare una campagna di promozione senza usare i social media? A seconda della vostra età e del tempo che avete trascorso a occuparvi di promozione le risposte possono essere molteplici. Si va da “sì, per anni, si stava meglio quando si stava peggio” a “sì, per anni e adesso è tutto molto più semplice” a “… come sarebbe a dire senza usare i social media? E perché?” Dopo tutto negli ultimi anni si è diffuso un certo gusto per il vintage, per il ritorno al passato in nome di uno stile di vita e di lavoro più sano, più a misura d’uomo, più genuino e più adatto al tipo di filtri che amiamo usare su Instagram. Quindi, se possiamo abbandonare l’auto per muoverci in bicicletta, aborrire le fotocamere degli smartphone per tornare alla pellicola e alle Polaroid, farci il sapone in casa col bicarbonato, perché non provare il brivido del marketing tradizionale? Si tratta solo in parte di un esercizio accademico: ci sono ottimi motivi per i quali alcune attività commerciali non dovrebbero affidarsi ai social media. Fra i più rilevanti c’è il fatto che non tutti i target si trovano su Facebook, Twitter o Linkedin, specialmente quelli più ambiti dalle piccole imprese che agiscono a livello locale, ma soprattutto il fatto che una presenza online mal gestita sia addirittura controproducente. Se la vostra azienda non ha tratto, fino a questo momento, un grande vantaggio dalla promozione sui social, non è detto che dobbiate accanirvi: forse il marketing tradizionale è la risposta ai vostri problemi. Provate a tornare alle origini. Siate vintage.
Marketing tradizionale, applicazioni originali: il premio fedeltà
I vostri attuali clienti sono i vostri migliori alleati. Prima ancora di preoccuparvi di attirarne di nuovi, dovreste dare a quelli che avete un buon motivo per tornare da voi. A meno che la vostra professione non sia quella di avvocato divorzista o impresario di pompe funebri: in quel caso il passaparola è davvero la vostra unica opzione e fareste bene anche a evitare di distribuire biglietti da visita. L’idea di un programma che ricompensi la fedeltà dei clienti non è propriamente rivoluzionaria, è anzi una forma di marketing tradizionale e consolidata: supermercati, gelaterie e compagnie aeree non fanno altro da decenni. Quello che potrebbe farvi emergere rispetto alla competizione è l’individuazione di ricompense che si distinguano da quelle offerte normalmente nel vostro settore. Cercate di conoscere la vostra clientela e di scoprire quali altri consumi sono associati al vostro prodotto o servizio, dopo di che provvedete ad abbinare acquisti e ricompense in modo originale, possibilmente con un tocco ironico e, se volete ottenere il massimo risultato possibile, coordinandovi con altre attività commerciali della vostra zona. Un esempio: se gestite una caffetteria dove i clienti amano passare del tempo, magari leggendo un libro davanti a un cappuccino fumante, stringete un accordo con la più vicina libreria. Al completamento della tradizionale tessera a punti, il vostro cliente non riceverà un caffè gratis, ma un buono acquisto per un libro o ebook a sua scelta, così da rafforzare un’esperienza che è evidentemente già positiva. Al di là di tutto, se i vostri clienti somigliano vagamente a me, probabilmente vi saranno fedeli per la vita in cambio di buoni acquisto da spendere in libri, anche se gestite una pompa di benzina e loro non hanno la macchina.
Organizzate un evento, ovvero l’arte di incontrarsi nella vita reale
Prima dei social media, gli eventi non erano unanimemente considerati uno strumento di marketing tradizionale. Ancora oggi le potenzialità di questa forma di promozione vengono sfruttate molto al di sotto delle loro possibilità. Da quando le nostre necessità primarie sono soddisfatte su base quotidiana, molte delle nostre scelte di acquisto non sono strettamente motivate dal bisogno che abbiamo di un certo prodotto, ma dal piacere che associamo a una certa esperienza. Creare l’evento giusto per promuovere la propria attività richiede esperienza e competenza e offre possibilità pressoché illimitate. A seconda della vostra attività e del tipo di clientela che volete attrarre, potreste organizzare una mostra o una presentazione letteraria a ingresso gratuito oppure una cena di beneficenza a pagamento, il cui ricavato vada devoluto a una causa meritevole, potreste scegliere di intrattenere il vicinato con una serie di aperitivi oppure di sponsorizzare una manifestazione artistica o un concerto. Questa particolare forma di marketing è perfetta per le attività che non prevedono la vendita diretta di beni: se quello che offrite sono servizi, la prima cosa da fare per attrarre nuovi clienti è far conoscere il vostro nome. Anche in questo caso, quindi, si rivela essenziale conoscere bene la propria clientela e chiedersi quali siano i contesti di intrattenimento sociale nei quali è possibile incontrarla.
Fatevi belli: le apparenze contano
L’epoca in cui viviamo è dominata in modo schiacciante dall’immagine, al punto che “pictures or it didn’t happen” è diventato il motto un motto quasi universalmente condiviso. È vero, abbiamo stabilito per un momento di dedicarci al marketing tradizionale e di non preoccuparci di quali contenuti totalizzino più visualizzazioni e “like” sui social, ma questo non vuol dire che l’immagine non sia un elemento fondamentale di qualsiasi strategia promozionale. Qualunque sia la vostra attività, fate in modo che la vostra immagine sia ben curata e valorizzata in modo appropriato. Se il vostro logo è brutto, fatevelo ridisegnare, non abbiate paura di abbandonare un pezzo della vostra identità. Per sapere se il vostro logo è brutto, mettete in pratica la sublime arte di non mentire a voi stessi: lo sapete anche voi come è fatto un logo di successo. Vostro cugino che ve lo ha disegnato con una versione craccata di Illustrator capirà. Il logo serve anche a giustificare il merchandising: che senso ha investire nella stampa di una t-shirt che nessuno metterebbe neanche se l’alternativa fosse l’assideramento? Se invece la vostra immagine aziendale si basa su una identità grafica bella, elegante e attraente per il vostro target, i gadget con il vostro brand saranno oggetti desiderati e sfoggiati con piacere, invece di essere degradati al rango di “maglietta per le pulizie di casa” o “shopper che si usa quando non si riesce a trovarne una più carina come per esempio quella della Lidl”. Se la vostra attività è un negozio, questa logica si applica naturalmente anche alla gestione delle vetrine: osate, investite quello che avete risparmiato in Ad su Facebook per pagare un bravo professionista e fate in modo che sia impossibile passare accanto al vostro esercizio commerciale senza essere costretti a fermarsi e desiderare di entrare.
Conclusioni
Un approccio al marketing tradizionale non vuol dire necessariamente rifiutare in blocco tutto ciò che è successivo all’invenzione della ruota. Nessuno di noi può permettersi di non vivere nel XXI secolo, a meno che non si decida di unirsi a una comunità Amish, risolvendo alla radice il problema del marketing. Chi sceglie di sottrarsi alla frenesia dei social, quindi, dovrà comunque tenere conto del fatto che esistono i blog, che è bene avere un sito internet con le notizie più importanti e le informazioni di servizio e che, prima o poi, qualcuno geolocalizzerà il vostro esercizio su Facebook oppure, visto che si parla di vintage, su Foursquare. La differenza fra social media marketing e marketing tradizionale, specialmente per le piccole aziende, sta tutta nelle modalità di incontro. Se scegliete questo approccio, ormai quasi controcorrente, la cosa più importante sarà valorizzare l’esperienza di incontrarsi e, una volta che ci si trova faccia a faccia gli uni con gli altri, i trucchi tendono a funzionare molto meno: conta la sostanza.
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