“Dove ti immagini da qui a dieci anni?” tutti abbiamo risposto a questa domanda almeno una volta nella vita e tutti abbiamo mentito. Il motivo per cui abbiamo mentito (ok, il motivo per cui io ho mentito) è che rispondere a questa domanda equivale a darsi degli obiettivi precisi, che è una cosa che non siamo abituati a fare. Siamo abituati ad avere dei compiti, delle scadenze, delle generiche aspirazioni, ma non degli obiettivi, soprattutto nel lavoro. Non aiuta il fatto che quasi tutti i testi e gli articoli disponibili sull’argomento siano orridi motivazionali d’oltreoceano con titoli come “Avevo un carretto degli hot dog e dopo solo sei settimane la mia azienda è quotata in borsa, scopri come ho fatto”. Senza voler rischiare eccessivi spoiler, di solito l’articolo mira a vendere un manuale di auto-realizzazione o un workshop per startupper. Questo non vuol dire che darsi degli obiettivi sia una perdita di tempo, tutt’altro. Avere obiettivi precisi da raggiungere è il solo modo di sapere se il lavoro che state svolgendo è utile e se vi porta nella direzione giusta, altrimenti il rischio è quello di perdervi in una miriade di impegni che riescono nel doppio intento di non essere né soddisfacenti né remunerativi e da lì a perdere completamente la motivazione che avete costruito con tanta fatica è un attimo. Disclaimer: in questo contesto stiamo parlando esclusivamente di obiettivi professionali, non di crescita umana, illuminazione, elevazione spirituale e altre meraviglie che ci sentiamo di rimandare all’oroscopo di Rob Breszny.
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