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Se si dichiarano valori eco-responsabili ma tutto è monouso, si parla di inclusività ma l’evento non è accessibile a persone con disabilità, si promuove la trasparenza ma il programma è poco chiaro e in ritardo, o si sostiene la diversità ma tutti i relatori appartengono allo stesso profilo, allora il messaggio rischia di risultare contraddittorio e poco credibile. In poche parole, vuoto.
La coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa è quindi cruciale e per le nuove generazioni gli eventi diventano spesso una lente d’ingrandimento che rivela la distanza, anche minima, tra dichiarazioni di principio e realtà.
Non più solo spettatori, ma parte del programma
Anche un pubblico passivo, relegato al ruolo di spettatore, non è più proponibile. Millennial e Gen Z cercano spazi in cui la loro voce sia ascoltata, momenti interattivi che li rendano parte integrante del programma. Non serve inventare necessariamente format stravaganti: bastano dinamiche che creino dialogo, workshop pratici, possibilità di co-creazione.
Ciò che conta è sentirsi riconosciuti, non semplici invitati, ma protagonisti di un percorso condiviso. Un evento aziendale diventa infatti efficace quando trasmette la sensazione che le persone abbiano contribuito a scriverne il contenuto.
I più giovani valutano ormai le credenziali delle imprese
Per Millennial e Gen Z, la sostenibilità è ormai un prerequisito. Gran parte dei dipendenti di queste generazioni valuta infatti le credenziali ambientali e sociali prima di decidere se e quanto investire in un datore di lavoro.
Questo significa anche che non bastano dichiarazioni generiche, ma che gli eventi devono essere progettati in modo sostenibile: scelta di fornitori etici, riduzione degli sprechi, calcolo e compensazione della carbon footprint dell’evento, trasparenza sui dati di impatto. Ogni dettaglio comunica se la sostenibilità è davvero un impegno oppure una strategia di facciata.

Durante l’evento, sono fondamentali crescita e benessere
Un altro punto chiave è la crescita personale. Millennial e Gen Z apprezzano quando un evento diventa occasione di apprendimento, includendo ad esempio speaker stimolanti, attività formative e contenuti che arricchiscono davvero.
C’è inoltre il fattore benessere, che non va mai trascurato. Programmi troppo densi, pause inesistenti, spazi poco confortevoli non aiutano. Servono ambienti pensati per ridurre lo stress e favorire l’equilibrio e anche un piccolo gesto – un angolo relax, opzioni alimentari più sane, ritmi meno serrati – può rafforzare il senso di cura e attenzione verso i partecipanti.
Evento aziendale come test di autenticità
Per millennial e Gen Z l’evento aziendale non è un accessorio, ma un test di autenticità. È l’occasione in cui l’azienda deve dimostrare se i valori dichiarati trovano spazio nella realtà. Identità, coerenza, partecipazione, sostenibilità e attenzione alle persone sono richieste precise che arrivano dai nuovi dipendenti. Chi riesce a rispondervi conquista non solo consenso momentaneo, ma fiducia duratura.
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