La prima regola di ogni evento in qualsiasi parte del mondo è “pictures or it didn’t happen”. Se non ci sono foto da condividere, è come se non fosse successo. Riservando l’analisi delle implicazioni e la critica sociale a un’altra occasione, è il caso di concentrarsi sulle ripercussioni che questo dato di fatto ha sul mondo degli eventi. Organizzare una presentazione, uno startup party, una conferenza o un’inaugurazione e non avere uno o più fotografi a immortalare l’occasione vuol dire sprecare una parte consistente del proprio lavoro. Certo, è importante intrattenere i propri ospiti nel modo adatto, comunicare un messaggio, offrire un’esperienza irripetibile e incontrare direttamente gli attori chiave del proprio ambiente professionale, ma è importante anche trasformare l’esperienza in un capitolo della propria storia. È essenziale che chi non vi conosce e non ha preso parte al vostro evento possa farsene un’idea, avere accesso a un resoconto fruibile dell’esperienza e le immagini, insieme ai video, sono l’unico mezzo possibile per comunicare questo genere di contenuto. La proliferazione dei fotografi amatoriali, che talvolta offrono anche lavori di qualità, ha contribuito a una generale svalutazione del mestiere del fotografo, diffondendo la pessima abitudine di non considerare la presenza di fotografi nella pianificazione di un evento, lasciando questa incombenza a un membro a caso dello staff, il meno occupato in quel momento. Si è diffusa insomma la convinzione che per ottenere le foto di un evento non occorra altro che una macchina fotografica. La realtà è diversa.
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