Intervista a Booster Academy: il coaching è uno stile di vita

La nostra intervista a Ilenia La Leggia, cofondatrice di Booster Lab ed esperta di coaching

Come e a quale scopo è nata l’idea di questo ambizioso progetto, volto a rivoluzionare e innovare il mondo della formazione?

BoosterLAB è nata ascoltando le persone: coloro che in azienda a diverso titolo si occupano di risorse umane, di talenti e formazione, coloro hanno svolto percorsi di coaching individuali con noi, ma anche tutti coloro che abbiamo incontrato in aula come partecipanti. Le storie erano e sono tutte diverse, ma una costante molto spesso le caratterizza: quelle ore rappresentano un ostacolo durante la giornata. La classica perdita di tempo a cui doversi dedicare per evitare di avere problemi in azienda, ma di cui si farebbe volentieri a meno… “tanto i temi sono sempre gli stessi”.
E poiché “I dipendenti che non si sentono coinvolti costano alle società il 18% del loro stipendio annuo” (Fonte: Gallup), per le aziende è sempre più alto il rischio di investire in progetti formativi “tradizionali”, a fronte anche di investimenti importanti che non solo non creano un vero coinvolgimento, ma causano anche un dispendio di risorse enorme.

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Cosa intendete per “nuovo modello di formazione” e quali metodologie avete sviluppato o pensate di applicare durante i vostri corsi?

La prima novità dell’approccio è che tutti i nostri progetti formativi partano dai reali bisogni delle persone. Bisogni che indaghiamo grazie all’utilizzo di assessment di intelligenza emotiva validati scientificamente.
E se vi state chiedendo perché l’intelligenza emotiva la risposa è nei numeri. Le ricerche hanno dimostrato che l’intelligenza emotiva è il maggiore predittore di successo: più del 50% della performance individuale e organizzative, infatti, è spiegata dall’IE e il 70% dei cambiamenti organizzativi aziendali fallisce per motivi legati all’incapacità delle organizzazioni di gestire le dinamiche emotivo-relazionali innescate dal cambiamento stesso.
Ecco perché, solo dopo aver scattato la fotografia attraverso questi strumenti, profiliamo le risorse e coniughiamo i dati raccolti agli obiettivi aziendali attraverso gli strumenti della co-progettazione e della co-valutazione. Riusciamo così a costruire un modello che genera ricadute positive, non solo a breve, ma anche a lungo termine.
Ma ci tengo a dire che questo approccio è alla base anche di Booster Academy, la branch della nostra azienda che si occupa della formazione di coloro che desiderano imparare un metodo per sviluppare il proprio e l’altrui potenziale o che vogliono diventare Coach Professionisti.

La struttura dei corsi da voi proposti è allineata alla struttura di master e corsi tradizionali o si differenzia? Quali sono gli elementi che contraddistinguono il vostro modello di formazione?

Il coaching necessita di tantissima pratica. Quindi ti rispondo partendo dal nostro fiore all’occhiello, ovvero il tirocinio pratico di 100 ore su casi reali con il supporto e la supervisione di un coach senior. Spesso nelle scuole si fanno ore di pratica simulando i casi in aula o scambiandosi contatti tra gli studenti affinché gli amici degli uni o degli altri si mettano a disposizione per contribuire alla fase di allenamento.
Oltre alle 90 ore di aula più sei di esercitazioni pratiche, prima di far fare l’esame e rilasciare il diploma, ci assicuriamo che le persone abbiano fatto almeno 100 ore di pratica su casi reali. Noi coach senior e docenti del master siamo coinvolte in prima persona in questa fase formativa importantissima. Selezioniamo con attenzione le persone che accedono al percorso come clienti (coachee), facciamo i match tra coach e coachee, affianchiamo i coach in tirocinio con appuntamenti regolari e periodici, obbligatori.
Facciamo tutto questo per due motivi: innanzitutto perché crediamo nella professione e per portarla all’eccellenza riteniamo sia importante . E poi perché troppo spesso abbiamo visto persone uscire da scuole di coaching e sentirsi smarrite e non pronte a gestire clienti e storie vere. Chi finisce il master di Booster Academy, con tirocinio, dal primo giorno del diploma è pronto ad affrontare il mercato.
Non solo. Nel programma del Master in Coaching sono previste lezioni specifiche e molto pratiche dedicate all’avvio del proprio business come coach.

In cosa siamo allineati alle altre scuole? Il Coaching appartiene alla categoria delle professioni non ordinistiche regolamentate dalla legge 4/2013 in cui rientrano tutti quei professionisti che non sono inquadrati in ordini o collegi e che svolgono attività spesso molto rilevanti in campo economico. Il coaching negli ultimi anni si sta rivelando sempre più efficace e in grado di fare la differenza sia in azienda, sia nelle vite personali dei singoli. Questa esplosione della professione legata alla sua stessa forza sta rischiando di essere danneggiata da coloro che non si formano in modo adeguato. Proprio per questo le associazioni di categoria come AICP Associazione Coach Professionisti, a cui io e le mie socie siamo iscritte, hanno stabilito tre criteri di base: Il corso deve avere una durata minima di 80 ore con esame finale, strutturato secondo le linee guida della Carta Etica delle associazioni di riferimento; la formazione deve essere svolta in non meno di tre mesi, e le ore di formazione devono risultare equamente distribuite nel periodo. Infine, la formazione può avvenire in digitale ma deve prevedere almeno il 30% di ore in presenza.

Quali sono i tipi di servizi e/o proposte formative offerte per il singolo e in che modo può trarne beneficio un’azienda?

Innanzitutto, il Master in coaching. Questo percorso è ideale per tutti coloro che vogliono imparare un metodo che permetta di sviluppare al meglio il proprio potenziale e contribuire all’accrescimento di quello altrui. Pensate a tutte quelle persone che in azienda gestiscono team di lavoro o si interfacciano costantemente con tanti stakeholder o stakeholder complessi o a chi vuole gestire più efficacemente la
propria attività o sta affronta un cambio di ruolo e le relative difficoltà.
Anche le masterclass di approfondimento e specializzazione vanno, e andranno, in questa direzione e sviluppano le competenze necessarie per operare in vari ambiti professionali.
La prima specializzazione che inizierà a marzo è legata alla formazione. Molti sono i coach che si occupano di formazione ma non sempre gli studenti neodiplomati sanno come affrontare un’aula, impostare un programma didattico o, semplicemente distinguere la formazione dal coaching.
Un’altra specializzazione che sarà introdotta si concentra sul mondo del lavoro per aiutare i coach a
operare nelle aziende.
Infine, tanti studenti sentono l’esigenza di intraprendere loro stessi percorsi di coaching specifici per andare a lavorare su alcuni temi trattati durante il percorso formativo che si rendono conto essere la chiave per “funzionare” meglio; di conseguenza li accompagniamo anche in questo, in modo da sviluppare le loro competenze personali e professionali.
Insomma, dal nostro punto di vista nulla deve essere lasciato al caso!

Sul vostro sito di Booster Academy si legge di un “modello umanistico di formazione”. Cosa intendete con questa definizione e quali sono i pilastri su cui basate e ideate la vostra proposta formativa?

Significa che al centro del nostro approccio c’è la persona nella sua interezza e non la performance.
Quella di poter lasciare le emozioni fuori dal processo decisionale è ormai solo un’illusione perché emozioni e pensieri si influenzano reciprocamente. Proprio per questo ci piace integrare strumenti di diverse discipline per valorizzare al meglio le inclinazioni del singolo, il tutto utilizzando principi di sociologia, coaching, intelligenza emotiva, life design e project management.
Il modello formativo di Booster Academy si fonda su quattro pilastri:
Consapevolezza: la conoscenza di sé a partire dai bisogni della persona è il cuore della nostra metodologia. L’efficacia, la risoluzione dei problemi e il conseguente raggiungimento degli obiettivi ne sono il più autentico e il migliore degli effetti collaterali possibili.
Sinergia: crediamo nella collaborazione tra le varie professioni di aiuto, ma soprattutto nel rispetto dei confini che le distinguono. Proprio per questo il nostro Master in coaching è realizzato in partnership con Adler Institute, che ha una lunga storia come scuola di psicoterapia e counseling.
Etica: una parola che ispira ogni nostro passo e ogni nostra azione quotidiana. Insegniamo il metodo del Coaching secondo la Norma UNI 11601:2015 e facciamo riferimento alle linee guida della International Coaching Federation (ICF) e al codice etico dell’Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP).
Formazione Continua: più il contesto in cui ci muoviamo cambia, più siamo chiamati a conoscerlo. Come coach associate ad AICP siamo tenute alla formazione continua e ci teniamo a investire personalmente in questa formazione per mettere tutto a servizio dei nostri clienti e coachee.

In merito ai tirocini proposti potresti fornirci una panoramica generale della proposta e che prospettive offre allo studente un tirocinio di questo tipo?

Durante il master affrontiamo diversi temi e ci teniamo a dare la possibilità a tutti di mettersi in gioco sulle technicality acquisite.
Per questo motivo oltre ad aprire finestre di candidatura spontanee per partecipare a percorsi di coaching con i tirocinanti su temi prestabiliti, sigliamo accordi con aziende ed enti per mettere i nostri studenti in condizione di fare tirocinio lavorando con casi reali e clienti diversi anche in ambito career.

Se dovessi riassumere con 3 concetti i motivi per cui dovrebbero scegliervi quali utilizzeresti?

La formazione per poi non è solo una professione ma uno stile di vita: siamo professionisti sempre in formazione e partecipi della vita associativa di AICP. Il che garantisce sia che possiamo accompagnare gli studenti al riconoscimento della professionalità, sia che i nostri programmi siano sempre aggiornati e all’avanguardia, perché noi per primi miglioriamo le nostre competenze e le trasmettiamo ai nostri studenti.
Tanta pratica per poter iniziare a usare gli strumenti di coaching anche da neodiplomati in modo autonomo e profittevole.
Un pragmatismo di fondo che ci permette di lavorare sul breve e sul lungo termine: quello che i nostri studenti imparano serve perché possano costruirsi una professionalità ma anche perché acquisiscano un mindset orientato alla crescita e sviluppino un pensiero critico e strategico. Che servirà loro in qualunque ambito.
E ne aggiungo uno: tre insegnanti, unite da una comune visione della professione e dell’etica del coaching ma contraddistinte da esperienze e specializzazioni estremamente diversificate. Ovvero ricchezza di approcci e la possibilità (ma non voglio svelare di più) di avere in aula altri professionisti della nostra rete.

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