Su questo blog ho parlato spesso dei pregi e delle dinamiche del lavorare in team, di come la divisione dei compiti e la capacità di delegare possano giovare alla produttività e, naturalmente, dell’importanza del team building. Sarebbe poco realistico, tuttavia, supporre che questo sia il modo in cui tutti lavorano: la realtà degli ultimi anni si è sempre più frammentata in una galassia di professionisti che, per scelta o per necessità, lavorano da soli spesso rinunciando a specializzarsi su un solo compito per seguire interi progetti. Naturalmente è raro, se non impossibile, che un progetto di ampio respiro sia gestito da un solo individuo, ma questo non vuol dire che far parte di una squadra di grandi dimensioni sia sempre o necessariamente meglio che fare da sé. Per una volta, quindi, riconosciamo i pregi del lavorare da soli, del fare squadra a sé e del non doversi coordinare con nessuno. È un’esperienza che, almeno una volta nella vita, fa bene provare, anche se non per tutti è la strada giusta. Fare da sé a volte – non sempre – funziona.
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