5 regole per imparare a delegare
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5 regole per imparare a delegare, scritte da un control-freak

delegare
Scritto da Angela
A nessuno fa piacere ammettere di essere un control-freak. Dal momento che, come è noto, il primo passo per risolvere un problema è ammettere di averlo, forse molti di noi dovrebbero fare un passo avanti, alzare la mano e dare inizio a un gruppo di auto-aiuto per accentratori anonimi sul posto di lavoro. Ci siamo passati tutti, ammettiamolo: si comincia con la sensazione di essere più capaci o più preparati dei propri colleghi e dipendenti, si prosegue con la pericolosa abitudine di non condividere le informazioni, si raggiunge il picco dell’estasi nel sentirsi indispensabili e insostituibili e si finisce per essere soffocati da un carico di lavoro che è materialmente impossibile da gestire per una sola persona. La soluzione, naturalmente, è delegare, ma è una soluzione che non ci piace. Le scuse sono sempre le stesse: formare qualcun altro richiede troppo tempo, certe mansioni ci vuole più a spiegarle che a svolgerle, nessuno è bravo quanto noi, delegare è pericoloso perché ci fa perdere il controllo del progetto. Se siete arrivati al punto di saturazione, se i compiti che vi siete autoimposti hanno riempito ogni minuto della vostra giornata e se siete diventati il tipo di persona che risponde alle email di lavoro subito prima di andare a dormire o mentre è a cena con gli amici, vuol dire che è il momento di imparare a delegare. Non è così terribile come sembra. Quasi.
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Informazioni sull'autore

Angela

Editrice e co-fondatrice dell'agenzia di comunicazioni Fiore & Conti Gbr. Vive e lavora a Berlino

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