Lavorare in una piccola azienda o addirittura aprirne una propria può essere entusiasmante, ma può essere anche fonte di grande frustrazione. E si tratterà di un tipo di frustrazione che chi lavora in una grande azienda difficilmente conoscerà: quella derivata dall’impossibilità di specializzare il lavoro. Quando un’azienda è in fase di crescita non è detto che sia sempre possibile suddividere il lavoro in modo ottimale: può essere che non ci sia abbastanza personale per assegnare un singolo dipendente a ogni mansione che lo richiederebbe oppure che non ci si possa permettere di assumere qualcuno con il grado di specializzazione che occorrerebbe per un certo settore. In questa fase l’imprenditore o lo startupper costruirà un delicato equilibrio che potrebbe essere riassunto in un manuale dal titolo “lo zen e l’arte di capire quando togliersi dai piedi”. Se non si hanno abbastanza dipendenti per fare ciò che occorre, è bene impegnarsi in prima persona a coprire le lacune o limitarsi a non intralciare il lavoro già in corso? Se non siete ancora cresciuti abbastanza da permettervi nuove assunzioni, potreste dover alternare queste due opzioni, ma per farlo dovete avere un quadro molto chiaro delle necessità e del ruolo dei vostri dipendenti e collaboratori.
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