I video virali fanno parte della vita di tutti noi: li guardiamo (spesso a ripetizione), li mandiamo ai nostri amici, li commentiamo, li apprezziamo, addirittura – come avviene per le canzoni – cominciamo ad associarli a certi periodi della nostra vita. Tutto questo può rappresentare un dramma per una specifica categoria umana: il creativo. Nello specifico, il creativo che si trova ad avere a che fare con un cliente che ha visto dei video virali e ne vuole uno per la sua azienda, senza in realtà avere la minima idea di cosa sia un video virale. Quello che moltissime aziende vogliono, con infinita frustrazione degli art director (e moderata frustrazione degli account), è che il loro video aziendale, nel quale il logo e il nome dell’azienda sono ripetuti venti volte al secondo e le offerte commerciali sono in caratteri cubitali, diventi virale. Che è un po’ come aspettarsi che il pieghevole con le offerte del mese del discount sotto casa entri nella classifica dei libri più letti o vinca il premio Strega. Ci sono ragioni precise per cui lo spot di natale di John Williams diventa virale e il tuo video aziendale no. Ecco quello che dovresti sapere sui video virali, prima di commissionarne uno.
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