C’è una categoria che prospera in modo particolare nei momenti storici nei quali è più difficile trovare lavoro: quella dei guru, degli speaker motivazionali e in generale di coloro che costruiscono una carriera sul dispensare consigli ad altri su come costruire la propria carriera. In alcuni casi si tratta di professionisti che forniscono un servizio utile, ma in altri è impossibile non notare come lo stesso consiglio venga offerto indiscriminatamente a chiunque: seguite la vostra passione. Dagli anni ’90 in poi, l’espressione va’ dove ti porta il cuore è entrata nel linguaggio comune grazie all’omonimo libro. Come il libro, l’espressione è altamente popolare e, come il libro, è sostanzialmente discutibile. L’idea di base si può ridurre a una citazione attribuita a Confucio: “trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua” e in una celebre frase del commediografo Noel Coward: “Il lavoro è più divertente del divertimento”. Il guaio, nell’applicazione pratica di questa filosofia, sta nel fatto che quasi tutti la interpretano in base a ciò che vorrebbero sentirsi dire, traducendola in “il mondo è pieno di benefattori che non chiedono di meglio che pagarti per divertirti e fare quello che ti pare”. Va anche detto che quello che vale per un autore geniale e brillante e per un filosofo del primo secolo a.C. potrebbe non valere per un laureato del D.A.M.S. Nell’Italia del XXI secolo.
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