Quello che nessuno ti dice sui digital nomad
Marketing

“Lascia il lavoro per girare il mondo” – quello che nessuno ti dice sui digital nomads

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Scritto da Angela
È di nuovo quel periodo dell’anno in cui mi tutti mi chiedono “fino a quando sei in ferie?” e rimangono piuttosto stupiti quando rispondo “ma io non sono in ferie”. Lo stupore è comprensibile, se considerate che questo dialogo avviene di solito fra due persone in costume da bagno, al bancone di un bar in riva al mare. Di quanto sia fastidiosamente perfetta la vita del digital nomad abbiamo già parlato e, nel caso vi fosse venuto il dubbio, nell’ultimo anno non ho cambiato idea e non mi sono trovata un lavoro stanziale. Adesso però è il momento di rispondere alla domanda “dove sta la fregatura”? Dopo tutto siamo sommersi di articoli su gente che “lascia il lavoro per girare il mondo e adesso spiega agli altri come fare” e non può non esservi sorto il dubbio che il segreto sia “essere miliardari e non aver bisogno di lavorare”. Facciamo quindi un po’ di chiarezza: non lavorare in un ufficio ed essere liberi di starsene due mesi al sole senza prendere le ferie non vuol dire “lasciare il lavoro”, vuol dire lavorare in un altro modo e no, non è tutto rose e fiori. Si tratta di una scelta precisa e, come ogni scelta, ha i suoi pro e contro. Dal momento che in un passato articolo vi ho raccontato le meraviglie della vita da digital nomad, ho pensato di offrirvi un simpatico articolo estivo dedicato ai contro, agli aspetti più frustranti, ai trucchi da conoscere e a quei cinque minuti ogni tre mesi nei quali ci si chiede “ma non sarebbe meglio lavorare in un ufficio?” (spoiler: la risposta è ancora “no”).
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Informazioni sull'autore

Angela

Editrice e co-fondatrice dell'agenzia di comunicazioni Fiore & Conti Gbr. Vive e lavora a Berlino