Perché smettere col multitasking
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Perché smettere col multitasking

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Scritto da Angela
La parola “multitasking” compare più volte nelle mie lettere di presentazione e almeno una volta sul mio curriculum. Se questo è anche il vostro caso continuate a leggere: scoprirete che abbiamo sbagliato tutto e siamo nei guai. Non so voi, ma io avevo da un po’ il dubbio che questa faccenda del multitasking non fosse una grande idea. Ho cominciato a fare qualche ricerca in merito quando mi sono accorta che, in un pomeriggio di giugno, stavo scrivendo un SMS con la mano sinistra e una mail con la mano destra. Non è un’iperbole, è successo davvero e, miracolosamente, nessuno dei messaggi conteneva errori di grammatica né è stato inviato al destinatario sbagliato. Alla fine di una giornata del genere la sensazione era comunque sempre quella di aver corso un paio di maratone ma, tutto sommato, di non aver concluso gran che. Un altro fatto preoccupante che mi è capitato di notare è la difficoltà di smettere col multitasking fuori dall’orario di lavoro: guardando un film, sento la necessità di sbirciare le notifiche su Facebook, parlando al telefono con un amico mi ritrovo a giocare alla versione online di un gioco per DOS del ’90 (qualcuno faccia qualcosa per l’interfaccia online di Rick Dangerous: è pessima). Il mio timore che tutto questo multitasking non fosse sano è adesso confermato dall’Associazione degli Psicologi Americani e da svariate ricerche europee. Ecco il perché.
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Informazioni sull'autore

Angela

Editrice e co-fondatrice dell'agenzia di comunicazioni Fiore & Conti Gbr. Vive e lavora a Berlino

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