Costruire il team perfetto è il sogno di ogni azienda, ma è di importanza vitale nel caso di una startup. A complicare le regole del gioco, in questo caso, ci sono due fattori di oggettivo svantaggio iniziale per chi deve occuparsi della gestione delle risorse umane: il budget e il tempo sono limitati. Il budget è limitato per ovvi motivi, dal momento che gli startupper di solito non hanno a disposizione grandi capitali di partenza. Il tempo è limitato perché non ci si può permettere di procedere per prove ed errori, dal momento che l’unica alternativa a una crescita rapida è il fallimento, che è poi la sorte che tocca alla maggior parte delle startup. Queste condizioni di partenza non lasciano scampo: bisogna costruire il team perfetto, bisogna farlo in fretta e bisogna fare centro al primo tentativo. Volendo essere buoni, potremmo ipotizzare la possibilità di sostituire in corsa qualche elemento del team, ma solo a patto che il ritmo della crescita non venga compromesso da questo riassestamento delle risorse. Ma, dopo tutto, perché essere buoni, quando la realtà dei fatti raramente ci usa questa cortesia? Stabiliamo quindi che il numero di errori ammessi nella gestione delle risorse umane sia un indiscutibile zero e, su questa nota di vibrante ottimismo, cerchiamo di imparare dall’esperienza di chi è riuscito ad arrivare in alto.
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