Eventi 2026: nuove regole su carbon footprint e comunicazione ambientale
Green e Sostenibilità

Eventi & Carbon Footprint: cosa cambia nel 2026

Scritto da Lucia Conti
Dal 2026 cambierà molto nel settore degli eventi, soprattutto su come si comunica l’impatto ambientale. La carbon footprint, finora comparsa più che altro nei comunicati stampa e nelle brochure, diventerà oggetto di verifiche serie. Non è più questione di storytelling, ma di numeri che reggono e reale conformità a normative europee che saranno parametri di un mercato rinnovato e trasparente.

Nuove regole: solo riduzioni di emissioni verificabili

Il cambiamento principale riguarda ciò che gli organizzatori potranno effettivamente dichiarare. Le formule generiche come “evento a impatto zero” o “carbon neutral” non saranno più ammesse. D’ora in poi, sarà possibile comunicare soltanto riduzioni di emissioni verificabili.

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In pratica, affermazioni come “l’evento riduce del 30% le emissioni rispetto al 2024 e sostiene un progetto di riforestazione per le restanti” saranno accettabili. Limitarsi ad acquistare crediti di carbonio e proclamare l’evento a impatto zero, invece, non sarà più sufficiente. Il focus si sposta: non più promesse, ma contributi reali.

Crediti di carbonio: il linguaggio dovrà essere aggiornato

Il mercato volontario dei crediti di carbonio non sarà superato, tutt’altro. Ma l’utilizzo dei crediti, e soprattutto il modo in cui verranno comunicati, cambierà profondamente.

Si potranno ancora acquistare crediti per compensare le emissioni residue, naturalmente, ma il linguaggio dovrà essere accurato e aggiornato. Niente più dichiarazioni che parlano impropriamente di cancellazione delle emissioni: si parlerà invece di contributi climatici, specificando la parte di riduzione raggiunta e i progetti certificati finanziati per le restanti. È un cambiamento linguistico sottile, ma sostanziale e gli event planner sostenibili lo sanno bene. Ascoltateli.

Le metodologie diventano indispensabili

Per agenzie e event manager, la rendicontazione ambientale diventerà molto più tecnica. Usare metodologie certificate diventerà quasi obbligatorio. Non per legge (almeno non subito), ma perché, senza, le dichiarazioni generiche di sostenibilità ambientale rischiano di non contare più nulla.

Insomma, sempre di più conteranno i dati verificabili, non la potenza della narrativa. Per chi lavora nella comunicazione, e in generale per le aziende, questo spostamento verso un maggior rigore può sembrare un peso, ma è anche l’unico modo per garantire una sostenibilità che regga al di là delle promesse dei comunicati stampa. Dal 2026, la sostenibilità non si proclama, si dimostra.

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Informazioni sull'autore

Lucia Conti

Co-editrice de "Il Mitte", magazine online per italiani in Germania o che guardano alla Germania con interesse.
Co-fondatrice dell'agenzia di comunicazione "Fiore & Conti".
Giornalista freelance e moderatrice di venti.
Vive a Berlino, ma viaggia in tutto il mondo.

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