Il mercato del lavoro è una foresta buia e misteriosa, i cui abitanti si dividono in due grandi categorie: coloro che si vergognano a chiedere di essere pagati e coloro che non hanno problemi a restare immobili a braccia conserte fino a quando non hanno davanti agli occhi il CRO del bonifico. Gli appartenenti alla prima categoria sono di solito freelancer (quelli che un tempo si chiamavano liberi professionisti, prima che l’aggettivo “libero” associato alla categoria diventasse troppo ironico per l’uso comune), gli appartenenti alla seconda categoria sono quelli che cercano – spesso con successo – di ottenere dai primi prestazioni gratuite o sottopagate, approfittando del fatto che i primi di solito non hanno accesso ai corsi di formazione aziendale nei quali si discutono questo genere di tecniche. La favola del lavoro freelance si riduce quindi a una domanda: riuscirà cappuccetto rosso a non essere convinta dal lupo a lavorare per la visibilità?
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