I millennials (o quelli che non sono millennials per una manciata di anni) sono una generazione interessante. Fra loro conosco giovani imprenditori che darebbero qualsiasi cosa per tornare al livello di responsabilità delle scuole medie o almeno per avere un lavoro dipendente, lavoratori dipendenti che friggono d’impazienza e si riempiono la vita di continue imprese commerciali e artistiche parallele al lavoro, freelancer che maledicono il giorno in cui hanno aperto una partita iva e precari o neolaureati che ricevono consigli non richiesti da tutte le categorie precedenti e non sanno a chi credere. Conosco anche persone soddisfatte della propria vita, dipendenti sereni, imprenditori non eccessivamente stressati e freelancer contenti della propria scelta (io appartengo a quest’ultima categoria, le ragioni ve le ho raccontate qui) e nessuno, davvero nessuno che avesse il sogno, da bambino, di “fare il posto fisso”, come vuole un recente stereotipo nazionale.
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