Quando il team building incontra la beneficenza

Intervista a Riccardo Ascoli, di Leica Microsystem, dopo un team building con al centro la beneficenza

Un team building speciale: beneficenza e multiculturalità

La scelta dell’attività di team building, soprattutto in un’ottica di multiculturalità, riveste un ruolo fondamentale. Smart Eventi ha scelto di valorizzare questi elementi, proponendo un’attività adatta alle esigenze del cliente, che consisteva in un lavoro di squadra con finalità benefiche (la costruzione di sedie a rotelle, destinate a essere donate a una struttura ospedaliera). I partecipanti, provenienti da Paesi e culture diverse, hanno lavorato insieme per raggiungere un obiettivo comune, superando barriere linguistiche e culturali, creando un ambiente di collaborazione e fiducia reciproca.
L’evento è stato un grande successo, come testimonia l’intervista al Sales Account Manager Riccardo Ascoli, che ha espresso la propria soddisfazione per l’organizzazione e la scelta dell’attività di team building. Inoltre, il coinvolgimento in attività di beneficenza ha conferito un ulteriore valore aggiunto all’evento, trasmettendo un messaggio di solidarietà e di responsabilità sociale.

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Siamo di fronte ad una società internazionale, leader europeo di mercato nel settore di microscopia ottica e per i microscopi chirurgici. Un’azienda votata all’innovazione e alla ricerca tecnologia. In virtù di queste qualità, qual è la ragion d’essere della vostra azienda e che vi ha portato in relazione con la vision aziendale a scegliere di fare un team building?

L’azienda, come dicevi è un’azienda internazionale con migliaia di dipendenti in tutto il mondo e fa parte per altro di una corporate ulteriormente grande estremamente attiva in tutto il mondo della salute, della gestione acque e via dicendo. In particolare siamo un’azienda legata al mondo ospedaliero, che non si è mai fermata durante tutto il periodo del covid, in nessuna parte del mondo. Quindi con tutte le restrizioni che ci sono state, forse più di altre aziende, di altri settori, a un certo punto, si è sentita forte la necessità, il desiderio di fare un evento in cui far ritrovare assieme molte persone che provengono anche da posti estremamente dislocati. Questo evento è un evento a livello EMEA, quindi con persone provenienti dalla punta del Sud Africa, alla Svezia fino all’Europa più orientale.

Come siete venuti a conoscenza della nostra agenzia Smart Eventi e cosa vi ha portato a sceglierci?

Vi ho trovato io con una ricerca online. In realtà faccio un mestiere completamente diverso e mi è stato dato l’incarico di occuparmi di questo evento come gestione italiana e la ricerca è stata mirata, cercando da subito un team building con un fondo legato al charity.
Il focus della ricerca che ho fatto online per trovare l’agenzia migliore a cui affidare il nostro team building era sull’inclusione, sulla diversità e sul charity. Da una ricerca online ho trovato solo 4-5 agenzie che rispondevano a queste caratteristiche.

Il tema che abbiamo sviluppato è stato proposto da voi, dopo un primo contatto email avuto con Eugenia che poi è poi è diventato telefonico, cercando un accordo per dar vita a quella che poteva essere un’attività sensata. Considerando anche che io in particolare mi occupo di tutt’altro e non dell’organizzazione di eventi in sé, ma di dispositivi che vanno dalle strutture ospedaliere fino alla sala operatoria, il legame con la donazione alle strutture sanitarie delle carrozzine realizzate, come scopo di charity è stato estremamente sentito e apprezzato.

Come valuteresti questa attività, il rapporto con Smart Eventi e la messa in opera di tutto l’evento?

È stato un rapporto stranamente fluido e il supporto è stato totale da parte vostra.
Non è stato neanche così semplice in termini di organizzazione e fatturazioni, comunque l’azienda è internazionale, quindi non è stato semplice il contatto con la gestione burocratica italiana ed Eugenia che ci ha seguiti è stata sempre estremamente premurosa. Si è anche dovuta confrontare con contatti diversi e alternanti, tra me e un paio di altre colleghe che a seconda dei periodi e del lavoro che ci porta a viaggiare molto, potevamo essere più o meno attivi e quindi ci passavamo la palla sull’organizzazione di questo evento.

Mi sembra comunque una valutazione positiva che azzarderei possa portare a concludere con “un arrivederci al prossimo evento?”

Assolutamente sì, il sorriso dei miei colleghi finito l’evento direi che è stato emblematico di quella che è stata la qualità prodotta.

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