Qualche tempo fa, il brand Starbucks ha fatto scalpore (oltre che per le palme in piazza Duomo) annunciando che intende assumere diecimila rifugiati Siriani nelle proprie filiali americane. Questo gesto ha generato diversi tipi di reazioni: la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica ha espresso plauso e supporto, una fetta di elettorato conservatore ha indetto un boicottaggio (che fino a questo momento non sembra aver prodotto grandi effetti) e poi, immancabilmente, è arrivato Capitan Ovvio. In questo caso il ruolo è stato assunto da Alex Holder, giornalista solitamente brillante del Guardian, che in un articolo del 3 febbraio intitolato “il sesso non vende più, l’attivismo sì” ci ha informato del fatto che dietro il gesto di Starbucks non si nasconderebbe un autentico slancio umanitario, ma una manovra di marketing. La grande rivelazione di Holder è che Starbucks sa benissimo di avere un pubblico tendenzialmente giovane e progressista, quindi far arrabbiare i conservatori non porta alcun danno, perché chi boicotta Starbucks probabilmente non era un cliente abituale neanche prima, mentre il giovane hipster che ha votato per i Democratici probabilmente sarà più incline a concedersi un Caramel Macchiato, rinunciando per una volta alla piccola caffetteria biologica a chilometro zero. Questo vuol dire che per vendere ai millenials bisogna trattare i grandi temi della storia come se fossero mode passeggere? No, semplicemente che bisogna essere consapevoli del fatto che l’economia sta cambiando.
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