Statistiche e numeri: le armi segrete del content marketing

Perché si utilizzano le statistiche nel content marketing?

La parola chiave, per rispondere a questa domanda, è “affidabilità”. Inserire dati concreti a supporto di una tesi o di un’idea è un ottimo modo per rafforzare la propria immagine come fonte attendibile e autorevole ed è quindi consigliabile soprattutto a chi sta cercando di affermarsi su un mercato nuovo o di espandere la propria visibilità presso un pubblico esigente. Inserire dati comprovabili e risultati di ricerche nei propri contenuti, inoltre, aumenta sensibilmente le probabilità di essere citati come fonte da giornalisti e blogger, incrementando così la SEO del proprio sito o blog grazie a una solida struttura di backlink. Inoltre la presenza di dati, soprattutto se ben schematizzati, fa sì che l’articolo possa diventare una referenza da consultare più volte, per esempio per reperire informazioni specifiche in modo rapido. Questo garantisce una fidelizzazione al contenuto, almeno fino a quando i dati restano attuali e rilevanti. Per questo motivo, se il medium lo permette, vale la pena aggiornare i dati sugli articoli importanti. Da ultimo, va detto che il mondo del content marketing è invaso di contenuti di opinione, di recensioni, di punti di vista soggettivi che al lettore possono interessare solo nella misura in cui gli interessa la personalità di chi li esprime. Per questo, trovarsi di fronte a un contenuto con dati ben organizzati è spesso una gradita novità per il lettore più consapevole.

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Citare le fonti: la base della credibilità

Diamo per scontato che, se sceglierete di utilizzare statistiche e cifre nella vostra campagna di content marketing, vi stiate rivolgendo a un pubblico informato e competente. Costruire e conservare la propria credibilità presso questo tipo di pubblico non è semplice, ma è una strategia che paga sul lungo periodo in termini di fidelizzazione. Un passaggio fondamentale per arrivare a questo risultato è citare le fonti di tutte le statistiche significative che si utilizzano, possibilmente inserendo link per permettere al lettore di approfondire e verificare le informazioni. Se, per esempio, si cita una ricerca di mercato, occorre menzionare chi l’ha effettuata e commissionata e perché. Se invece si citano dati globali (per esempio su temi come economia o salute), non bisogna dimenticare di indicare quale istituto statistico o di ricerca abbia prodotto le cifre in questione. Naturalmente è sempre meglio affidarsi solo alle statistiche più autorevoli di ogni settore, specialmente se si parla di temi dalle ripercussioni economiche o sociali importanti. Ci vuole poco, se non si è attenti, a rischiare di trasformarsi in “fake news”!

Annunciare le statistiche a partire dal titolo

Chiudiamo con… il titolo! Perché ne parliamo alla fine? Perché il titolo dovrebbe sempre essere elaborato (o almeno completato) dopo aver scritto il contenuto, per renderlo davvero rappresentativo di ciò che il lettore troverà al suo interno. Se il vostro articolo contiene statistiche particolarmente interessanti o sorprendenti, è fondamentale annunciarlo a partire dal titolo e farlo utilizzando i numeri più significativi espressi in cifre. È infatti ampiamente dimostrato che le cifre sono considerate più affidabili rispetto alle parole, soprattutto da parte dei lettori attenti e interessati ai fatti piuttosto che alle opinioni. Titoli come “Oltre 300.000 imprese hanno chiuso nel 2020” o “L’anidride carbonica causa l’80% del riscaldamento globale” attirano immediatamente l’attenzione e invogliano il lettore a scoprire di più, per poter supportare le proprie opinioni con fatti concreti.

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