Le feste di Natale, insieme alle vacanze estive, sono quei momenti che si aspettano tutto l’anno, i periodi nei quali si ha finalmente la possibilità di staccare, riposarsi e dimenticarsi dell’esistenza delle email, giusto? Sbagliato. L’idea della settimana di vacanza con il telefono spento è figlia della narrativa – ogni tanto mi tocca usarla questa parola orrenda – del lavoro dipendente, delle barzellette sul capoufficio, delle multinazionali con gli impiegati assunti e con le ferie pagate. Ci siamo passati più o meno tutti, se va bene, ma negli ultimi anni sono aumentati coloro che durante le feste comandate fanno tutto, tranne che riposarsi e che trovano naturale lavorare in vacanza. Liberi professionisti, consulenti, startupper, piccoli imprenditori e tutti coloro che si sono messi in proprio perché la pensione ha smesso di essere una prospettiva allettante. Che cosa facciamo, noi tutti, durante le feste di Natale, mentre il resto della famiglia si sveglia a mezzogiorno e organizza tavoli di poker e menu del cenone? Lavoriamo. Ci svegliamo alle sette il 24 dicembre per finire un report, continuiamo a lavorare sulla consegna che deve essere pronta prima di gennaio e facciamo tutte quelle cose che non abbiamo il tempo di fare nel resto dell’anno, dal ristrutturare il nostro sito personale al rifare i biglietti da visita. È giusto, sano o accettabile tutto questo? Naturalmente no. Possiamo buttare lo smartphone e abbuffarci di panettone fino al 7 gennaio? Neppure. Esiste una via di mezzo? No, ma ci si può organizzare per non invecchiare precocemente e lavorare in vacanza pur senza rinunciare interamente a riposarsi, basta sapersi organizzare.
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