Gli errori da non fare quando organizzi un team building

Prima ancora di iniziare chiediti: “Qual è lo scopo di questo team building”?

Che obiettivo vuoi raggiungere? Non è una domanda banale e se gli effetti positivi di un team building possono essere molti e diversi, un obiettivo specifico ti aiuterà a mettere a fuoco l’evento, rendendolo quindi più efficace.

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Vuoi che i membri del tuo team leghino, perché si conoscono ancora poco? Vuoi che imparino a gestire conflitti interni che normalmente ostacolano la loro produttività, oppure vuoi che un gruppo di lavoro già affiatato sviluppi nuove abilità? Hai in mente un evento estivo, autunnale o magari natalizio? Ogni risposta indicherà una direzione, purché tu ti ponga questa domanda prima ancora di iniziare a lavorare. Altrimenti, realizzerai di aver fatto la scelta sbagliata solo dopo aver speso risorse, tempo e fatica e quando l’energia iniziale si sarà già esaurita. Avere un obiettivo chiaro sin dall’inizio impedirà questo disastro.

Organizzare tutto nel dettaglio: vietato sbagliare!

Organizzare un team building in modo sciatto, nei ritagli di tempo e approssimando, significa boicottarlo. Come abbiamo sottolineato più volte, un’attività in cui ci si diverte non è necessariamente facile da gestire, se parliamo di adulti e di professionisti, anzi. Un evento in cui i partecipanti interagiscono volentieri è invece frutto di una pianificazione attenta e consapevole e se parliamo di un team building, che ha uno scopo molto specifico, al di là dell’intrattenimento, il coefficiente di difficoltà è ancora più alto. Preparati in anticipo e non trascurare alcune fase o aspetto dell’organizzazione. Ricordati che ogni dettaglio è importante. Delegare, in tutto o in parte, a dei professionisti, potrà sicuramente aiutarti a procedere nella direzione giusta.

Sbagliare la location significa sbagliare l’evento

Un aspetto a cui non sempre si dà la giusta importanza è la scelta della location. Ci si pensa poco o ci si pensa male o si sceglie senza tenere conto delle caratteristiche specifiche o dello scopo del team building che si sta organizzando. Questo potrebbe rivelarsi un altro grande errore.

Si può avere infatti un’idea brillante e pianificare perfettamente un evento, ma se il luogo che si sceglie non è adatto o non invoglia alla partecipazione, tutto il lavoro svolto rischia di andare sprecato.

Cooperazione, non competizione: la prima unisce, la seconda divide

Un altro aspetto da considerare riguarda la natura delle attività da proporre. Il fine ultimo del team building non è enfatizzare la competizione, ma stimolare la cooperazione. La condivisione, non la contrapposizione, deve essere al centro di ogni attività prevista. Anche nelle gare, quindi, ove siano previste, dovrete fare in modo di far passare il concetto che la sfida è sempre con sé stessi e mai “contro” gli altri.

È infine importante considerare il team building non come un singolo momento di interazione sociale tra colleghi, ma come parte di un processo di costruzione del gruppo di lavoro. Non basta organizzare un evento una-tantum: c’è bisogno di continuità, coerenza e di comprendere il senso di un’iniziativa che può davvero fare la differenza, per il personale e per la tua azienda.

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