Ormai siamo abituati ai corsi e ricorsi nella storia dei social media. Funziona così: una nuova piattaforma cattura l’attenzione di giovani e giovanissimi, per una nuova funzione o perché si stabilisce come moda all’interno di una sottocultura. Le altre generazioni, i brand e in generale il mondo adulto la ignorano. La piattaforma in questione cresce, facendo registrare numeri da capogiro, così che le generazioni precedenti si incuriosiscono e i brand si lanciano alla scoperta del nuovo territorio giusto in tempo per far venire a noia la piattaforma alla generazione che l’aveva portata al successo. E il ciclo ricomincia. Questo è più o meno quello che sta succedendo a Twitch, arcinemico di YouTube che sembra sulla buona strada per soffiare ad Alphabet il primato delle piattaforme video. D’accordo, la strada è ancora lunga, ma le premesse sono ottime. Ma Twitch è davvero un buono strumento di marketing? La risposta, come sempre, è “dipende”.
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