Quante volte abbiamo parlato di lavoro in remoto e nomadismo digitale? Mai abbastanza, dal punto di vista di chi ha una passione per questo argomento, anche troppo per chi vorrebbe ma non può. Dopo aver sviscerato nel dettaglio i pro e i contro di questa scelta di vita, tuttavia, forse è arrivato il momento di passare ai dati. D’accordo, avete scelto di mettervi il laptop in spalla e girare il mondo, avete affittato la vostra stanza o il vostro appartamento su Airbnb e avete ridotto il vostro guardaroba a ciò che può essere contenuto in una valigia. E adesso, da dove si parte? E soprattutto, per dove si parte? Non tutte le città sono uguali, per un digital nomad. Questo principio vale per l’Italia, dove per esempio potreste trovarvi in un paesino senza ADSL, costretti a fare avanti e indietro dalla città più vicina in cerca di un bar con una connessione decente. Oppure potreste investire in un piccolo router wi-fi e passare più tempo al telefono con il servizio di assistenza perché la rete continua a cadere di quanto non ne passiate a lavorare. Come sempre sono esempi a caso e non è assolutamente quello che mi sta accadendo in questo momento. Finché siete in Italia, tuttavia, ve la potete comunque cavare con l’antica arte di litigare con i call center, ma come fare se tutto questo – o qualcosa di più complicato da gestire – vi capita mentre siete all’estero? Per questo motivo ho stilato una piccola guida alle città europee più vivibili per un nomade digitale, basata su confronti e testimonianze, rating internazionali ed esperienze personali e non. Fatene buon uso e soprattutto sentitevi liberi di integrarla con le vostre esperienze nei commenti.
Lascia un Commento