Io provo un sacco di app, per voi. Per potervi raccontare quali strumenti miglioreranno la vostra vita lavorativa e quali sono solo delle perdite di tempo, distribuisco i miei dati a una quantità di compagnie in giro per il mondo e i risultati si vedono nel tipo di pubblicità imbarazzanti che google mi propone regolarmente. Capiamoci: ho provato Pokemon Go per un’intera giornata, per voi. Al momento però devo ammettere che sono piuttosto provata, perché questo ultimo Testati per Voi mi ha fatto perdere tre quarti della già scarsa fiducia negli adulti della mia specie. Andiamo con ordine: avevo pensato di proporvi un nuovo pacchetto di app per aumentare la produttività. Mi sembrava una buona idea: siamo a settembre, si torna al lavoro, tutti desideriamo imparare una volta per tutte a organizzarci, a non smettere di andare in palestra dopo due mesi e in generale a vivere meglio, giusto? E probabilmente un pacchetto del genere ve lo proporrò, tra un po’, visto che nel frattempo ho trovato diverse app eccellenti da quel punto di vista. Il problema è che, mentre cercavo e scaricavo titoli da testare “su strada” ho cominciato a imbattermi in un numero crescente di app “gamificate” e mi sono addentrata in questa foresta virtuale, capendo che la categoria meritava un articolo a parte, così che adesso mi tocca scriverne. La gamification, fino a questo momento, era rimasto uno di quei fenomeni di moda che preferivo ignorare e, nonostante riconosca che informarsi sia sempre meglio che restare all’oscuro dei fenomeni di massa, in questo caso stavo leggermente meglio quando non avevo ancora approfondito. Quindi adesso condividerò questo disagio con voi: non si sa mai che voi siate invece il tipo di persone alle quali la gamification può cambiare la vita. Se lo siete, sentitevi liberi di commentare e aiutare il resto di noi poveri mortali a capire come sia possibile funzionare meglio sul lavoro identificandosi con Gandalf.
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